Giovedì? Gnocchi, ovvio!

Immagino che tutti abbiate proferito, almeno una volta nella vita, la celebre frase “giovedì gnocchi!”. E vale anche per me, che ho messo subito in pratica il tutto preparando per il pranzo di oggi gnocchi di patata, al sugo, come vuole la tradizione, ma con l’aggiunta di un elemento insolito, il baccalà, e la provola.

A parte questa mia piccola uscita dagli schemi, vi siete mai chiesti come mai si usa questa espressione?

Giovedì gnocchi è uno dei modi di dire più conosciuti quando si parla di cibo e giorni della settimana. In realtà la frase completa coinvolge anche i giorni immediatamente successivi, perché il proverbio, diffuso principalmente nella Capitale e nelle zone immediatamente circostanti, dice esattamente: “giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa”.

In pratica gli gnocchi rappresentano un piatto calorico e molto nutriente per affrontare il venerdì di magro.

Pare che la nascita di questa frase risalga all’immediato dopoguerra, quando c’era la necessità di riempire i piatti con pochi soldi e con quello che offriva il mercato: grazie alla loro preparazione con acqua, farina, pochissime uova e molte patate, gli gnocchi erano mangiati in abbondanza per fare il pieno di energia in vista del giorno successivo, venerdì, in cui secondo il precetto religioso (all’epoca molto più rispettato di oggi) si osservava il digiuno dalla carne e si potevano consumare solo pesce e legumi, di norma ceci e baccalà.

Vi è piaciuto questo piccolo excursus storico?

Intanto vi auguro una buona mattinata, io aspetto con ansia l’ora di pranzo per assaggiare i miei gnocchi al ragù con baccalà.

A presto!!!

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